Sostenibilità ambientale

Le tecnologie trenchless hanno una forte connotazione di sostenibilità, sia dal punto di vista economico, sia ambientale che sociale.


Non a caso, il Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti Pubblici In Italia, le classifica come “tecnologie a basso impatto ambientale”, evidenziandone la caratteristica peculiare, dimostrata anche da studi autorevoli che mostrano come il loro impiego riduca drasticamente i costi sociali e ambientali (-80% fonte TILab su modello di impatto ambientale elaborato dalla Federazione delle Industrie Svedesi), l’infortunistica sui cantieri (-67% fonte INAIL) e i consumi energetici (-56% fonte La Sapienza di Roma).

Recenti nuovi studi condotti dall’Associazione nell’ambito del Sistema Idrico Integrato hanno permesso di affinare queste valutazioni, confermando comunque i valori percentuali di abbattimento degli impatti socio-ambientali.


Essenzialmente, questi vantaggi sono legati dalla forte riduzione:

•  dei tempi di esecuzione dei lavori
•  degli approntamenti e dell’area di cantiere
•  del fronte di scavo
•  della quantità di materiale da conferire a discarica o da prelevare da cava
•  tempi di percorrenza dei mezzi pubblici e privati nei pressi del cantiere





Con una conseguente drastica riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e dei consumi energetici complessivi, rispondendo pienamente ai requisiti dettati dalla tassonomia europea e agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.













Vantaggi sociali


I costi sociali delle operazioni di scavo a cielo aperto sono rilevanti: da quelli sopportati dalla collettività per l’approntamento di cantieri di grandi dimensioni aperti per lungo tempo, a quelli che gravano sui lavoratori (ed ancora, indirettamente, sulla collettività) per gli elevati rischi di incidenti/infortuni che possono verificarsi in questa tipologia di lavori, fino ai costi legati al probabile ricorso a manodopera scarsamente qualificata, associato spesso ai lavori “a basso contenuto tecnologico ed elevata intensità di manodopera”. Per contro, l’impiego delle tecniche no-dig comporta la quasi totale eliminazione di tutti questi costi sociali:

  • per la drastica riduzione del fronte di scavo e del cantiere a cielo aperto, che elimina la fonte dei disagi collettivi;

  • per la forte riduzione dei rischi di incidenti/infortuni che possono verificarsi nel cantiere, dove l’unico rischio residuo rimane quello derivante dal corretto uso delle macchine, che può essere minimizzato con una specifica formazione professionale degli operatori;

  • per la eliminazione dell’impiego di manodopera scarsamente qualificata, essendo questi  lavori “ad elevato contenuto tecnologico ed altamente specializzati”.


Bilancio


Confronto tra le tecniche no-dig rispetto allo scavo tradizionale

Al bilancio, totalmente positivo, che possiamo trarre dal confronto tra l’impatto delle tecniche no-dig rispetto allo scavo tradizionale, dobbiamo poi aggiungere una considerazione di carattere più generale, riguardante l’effetto positivo generato sul sistema economico, e su quello delle costruzioni in particolare, derivante dalla industrializzazione del processo produttivo, dalla strutturazione e qualificazione delle imprese coinvolte, dalla specializzazione degli operai, dalla opportunità di sviluppo di una filiera di produzione delle macchine di scavo, che in Italia ha un suo distretto produttivo rilevante nel corridoio adriatico tra Emilia Romagna e Marche, ma che fatica a competere nel contesto internazionale.